30 agosto 2011

La macchina bianca

Voi che vi comprate la macchina bianca, voi stolidi esseri subumani, vorrei polverizzarvi. Perché la macchina bianca è orribile, pare un taxi declassato, e come diceva il mi' nonno (mi si racconta) "sembra la macchina del lattaio"; non che ce l'abbia coi lattai, anche perché praticamente sono scomparsi e quei pochi che sono rimasti, la macchina se la comprano di un colore sensato. Oppure, qualora fosse un Mercedes, la macchina bianca è da pappone.
Sappiatelo.
Con coscienza e serena rassegnazione. Tutti si volteranno per cercare con lo sguardo il catenone d'oro al vostro collo, brillante di spocchia sul petto villoso, e il pataccone al polso. Oltre alla mignotta sul sedile del passeggero, ovvio. Per l'amore delle vostre brave mogli, non fatelo. Non umiliatele così.

Ma soprattutto,

io vi odio perché la vostra stramaledetta macchina bianca parcheggiata a bordo strada, o in una piazzola, sembra l'auto della municipale e l'istinto di conservazione fa sì che, anche se si viaggia rispettosamente dentro i limiti, le mani stringano le leve dei freni nel disperato tentativo di inchiodare ed evitare un ipotetico malvagio autovelox che ormai ci ha tanto condizionati da renderci i cani di Pavlov dell'extraurbana. 

Invece passo, a trentacinque all'ora, e vi vedo lì, che pisciate al guard-rail, con la moglie seduta che aspetta e i bimbi dietro a fare casino. Voi pisciate e non mi sentite ma state sicuri: tremende maledizioni azteche si abbatteranno su di voi, ma soprattutto sulla vostra stramaledetta macchina bianca.

21 marzo 2011

Il mondo appartiene ai vegetali. Una riflessione su chi non mangia carne.

Non li capisco e non li capirò mai.
I vegetariani, dico.
Mi sono chiesto tante volte il perché di questa scelta di non mangiare carne o i derivati della carne; ho parlato con molti di loro e alla fine sono arrivato a classificare le loro motivazioni in due grandi categorie: quelle di ordine igienico-nutrizionistico e quelle di ordine etico-spirituale.
Sulle motivazioni legate all'alimentazione onestamente ho sentito dire di tutto, dagli estremismi di chi la mette sul piano "mangia una fetta di salame e morirai di carcinoma" alla pacata ragionevolezza di "si campa benissimo senza carne" fino ad assurdità snob come "non mangio carne perché sono più evoluto di te". Io avrei argomenti feroci ma li tengo per me per il semplice fatto che, come la stragrande maggioranza di questi soggetti che chiamerò per brevità "salutisti", io non sono un nutrizionista. Sono uno di quelli che, invece di leggere in rete e illudersi di avere competenze in campi dello scibile umano che non ha mai avuto il piacere di acquisire, quando ha le tonsille gonfie e in fiamme va dal medico e chiede un parere a lui. Quindi, anche in tema di alimentazione, non posso che rimettermi ai pareri dei nutrizionisti; peccato che da cent'anni non facciano che scornarsi sull'una o sull'altra posizione senza venire a capo di nulla. Quelli carnivori, quelli onnivori, quelli vegetariani, quelli vegani (che fino a qualche anno fa credevo fossero i mostri di Vega, i nemici di Goldrake), quelli fruttariani, che mi sentirei scemo solo a dirlo e qualsiasi altro -ianesimo si possa pensare di abbracciare.
La verità è che non si metteranno mai d'accordo. Basta vedere Veronesi: famoso oncologo, vegetariano, digiuna un giorno a settimana (il giovedì, se vi interessa) ed è presidente... dell'agenzia per la sicurezza del nucleare! Questo combatte il cancro, ogni tanto digiuna come se fosse una cosa naturale nutrirsi a giorni alterni, sostiene a spada tratta una tecnologia che produce scorie radioattive e io dovrei ascoltarlo se mi consiglia su come mangiare? Vabbè, lasciamo stare.
Decisamente, l'argomento salute non mi sembra affrontabile né tantomeno impugnabile con assoluta inequivocabile certezza su una posizione definita.

Posto che non si possa quindi procedere su questa strada non restano che gli argomenti etico-spirituali. Sostanzialmente questo nutrito gruppo di vegetariani convinti basa la propria scelta sull'assunto che non si debba mangiare carne per non uccidere gli animali. Perché la vita è sacra.
Vi svelerò un segreto: i vegetali sono vivi.
Nascono, crescono, combattono, si muovono, si riproducono, invecchiano e muoiono proprio come facciamo noi, come fanno i pesci, i batteri, i teneri panda (che sono delle bestie ferocissime con l'evidente intento di estinguersi, solo che non glielo lasciamo fare in pace), le meduse e miliardi di altre forme di vita diversissime tra di loro.
Decidere di non uccidere gli animali non è nobile e generoso, è ipocrita, sciocco e palesemente basato sul pregiudizio.
Quale pregiudizio? Ma è così lampante: quello di avere la presunzione di sapere quali forme di vita abbiano un valore e quali no, ma soprattutto tanto sciocco da pensare che si possa vivere senza uccidere.
Fatevene una ragione. E' una legge di natura, la legge alla base della lotta per la sopravvivenza, la linfa stessa dell'evoluzione. Non vivremo mai in uno di quei mondi idilliaci che vediamo nei giornaletti dei Testimoni di Geova dove i bambini giocano coi ghepardi e gli orsi giocano placidi in giardino; i bambini, per il ghepardo e l'orso, sono merenda.
Cosa fa un vegetariano se le formiche gli invadono casa? Le invita dolcemente a uscire? Dubito. E le formiche potrebbero perfino avere ragione e obiettare che il loro formicaio stava lì da prima che lui costruisse la stramaledetta casa.
Non c'è una zona franca nei principi morali; o li si segue sempre o sono comportamenti di comodo. Perché dovrei risparmiare gli animali e uccidere i vegetali senza pietà? E' solo perché psicologicamente non li percepiamo vivi alla stessa maniera, perché il loro modo di vivere è più diverso dal nostro di quanto non lo sia quello degli animali. Ma le meduse? Le zanzare? Il dugongo? Avete presente quanto siano diversi da noi? E' un po' come la storia degli abitanti di Flatlandia che non riuscivano a comprendere la sfera e la percepivano come un'alterazione temporale... ma sto divagando. Insomma, il concetto è questo: se non uccido nulla, muoio io.
A meno di non imparare a nutrirmi esclusivamente di minerali, frutti spontanei e carogne, ma la vedo dura.
Non solo: le scelte etiche sono sempre motivate per definizione da una chiara seppur arbitraria suddivisione in ciò che è bene e ciò che è male. Ora, se anche io mi ponessi il problema etico, di fronte all'elementare constatazione del fatto che sia gli animali sia i vegetali siano forme di vita, dovrei quantomeno stabilire una scala di valori ed è esattamente quello che fa la maggior parte dei vegetariani: stabilisce arbitrariamente che le forme di vita animali siano più degne di essere risparmiate di quanto non lo siano quelle vegetali. Certo, un dolce peloso gattino fa più tenerezza di un sedano o di un ciuffo di bietola verso i quali il nostro coltello non esita un secondo. Un mattatoio impressiona più di un passaverdura. Eppure pensateci un attimo: in linea di massima gli animali sono nostri antagonisti nella catena alimentare; i carnivori in primo luogo perché rappresentano una minaccia fisica e gli erbivori perché comunque si nutrono di risorse delle quali potremmo nutrirci noi. Inoltre consumano ossigeno e producono anidride carbonica. I vegetali invece, sempre in linea di massima, non sono aggressivi con l'uomo, utilizzano la nostra anidride carbonica e grazie alla fotosintesi producono l'ossigeno che ci consente di sopravvivere mantenendo l'equilibrio sul pianeta; si nutrono di minerali e di sostanze organiche di decomposizione dei loro stessi esemplari deceduti e quindi non solo permettono la nostra esistenza, ma neanche ci sottraggono risorse.
Se dovessi essere riconoscente verso qualcuno perché mai dovrei pensare agli animali?
Tutto questo non per dire (con lo stesso piglio categorico dei vegetariani & C.) che dovremmo nutrirci di sola carne, mi pare ovvio che sarebbe altrettanto sciocco; ma se dovessi cercare una motivazione logica alla scelta di non mangiare affatto carne, onestamente, non sarei davvero in grado di trovarla.
Il buon senso è la mia unica etica. Quando dico questo penso a tutti quei vegetariani che si dannano l'anima a sostituire psicologicamente i prodotti animali e se ne escono con il seitan in forma di hamburger, che per quanto ti sforzi con l'immaginazione saprà sempre di cartone. Quelli che ti dicono che non bevono latte perchè il latte è cibo adatto per i vitelli; certo, e il latte di soia con cui lo sostituiscono, invece, è il cibo naturale degli umani... Quelli che ti mettono in guardia sugli ormoni che danno agli animali da allevamento e ignorano volutamente le tonnellate di pesticidi e concimi azotati che ingoiano con la verdura. Quelli che si preoccupano per le conseguenze degli ormoni ma ignorano che il concetto di ormone è del tutto relativo; per esempio, per i vegetali l'alcool è un ormone. Ci preoccupiamo forse di bere un bicchiere di vino? No. Questo non per dire che gli estrogeni facciano bene, quanto per illustrare con quale ingenua ignoranza tanti parlino di cose di cui non sanno assolutamente nulla, usando terminologia impropria e mutuata dalla televisione che la dice lunga sulla competenza con cui abbiano valutato il problema e l'accuratezza con cui si siano documentati. E del fatto che praticamente tutto il grano che mangiamo oggi e i suoi derivati siano stati geneticamente modificati con le radiazioni glielo dite voi o glielo dico io? Il grano duro Creso è stato creato trent'anni fa nei laboratori del Centro Ricerche Nucleari della Casaccia bombardando piante di grano con le radiazioni per indurre mutazioni casuali. Casuali, dico. Ma di quello non si preoccupano. Sono troppo impegnati a farti la predica perché mangi prosciutto. Una volta mi è perfino capitato di pranzare con uno stimato professionista che si reputava vegetariano. Gli hanno chiesto il perché di questa scelta e lui ha iniziato con delle banalità spirituali concludendo che "insomma, io non mangio i cosiddetti esseri viventi". Poi è arrivato il cameriere, in tre abbiamo ordinato penne all'arrabbiata e lui... spaghetti col tonno!

In conclusione, questa non è una filippica per convincere la gente a mangiare esclusivamente costate di manzo e braciole di maiale; piuttosto, si tratta di un'analisi un tantino più obiettiva di quella che tanti, folgorati dall'emotività o frettolosi di trarre conclusioni fanno prima di prendere determinate e drastiche decisioni.
Credetemi, non è che la carne sia il male o che siate cattivi se mangiate carne. Non fatemi la morale, uccidete esattamente come me, è la natura.
Est modus in rebus. La chiave è tutta lì.

19 gennaio 2011

La Posta Prioritaria

Siamo - credo - l'unico paese al mondo che ha la posta "prioritaria rispetto al nulla". Mi spiego: un tempo c'era la posta ordinaria; se uno voleva fare veloce faceva un Espresso. Semplice no? Lo dice anche il nome. Si capisce, che fa prima.
Poi si sono inventati la Posta Prioritaria, che dietro corresponsione di pochi spiccioli extra ci garantiva che venisse inoltrata prima di quella ordinaria. E già qui ci sarebbe da questionare sul fatto che questo piccolo incentivo pecuniario potesse essere di fatto equiparato alla mazzetta, a un'organizzata forma di corruzione a listino che faceva sì che la mia lettera, col bollino blu, partisse prima della tua lettera da pezzenti, senza bollino.
Ironia della sorte, dopo qualche anno la posta ordinaria, chissà ad opera di quale incomprensibile impeto di giustizia e uguaglianza dei popoli, è svanita. L'unica rimasta, la Prioritaria, continua a chiamarsi così ma è di fatto la più lenta di tutte e quindi è prioritaria ma rispetto a niente. Evvabbè, siamo in Italia, mi si dice.
Quello che mi fa sorridere però è che, priorità o meno, le nostre lettere viaggiano e hanno viaggiato in un caos totale e disorganizzato per decenni, sempre in balia del rischio di andare smarrite. Perché per non smarrirla, la posta, occorre prestare attenzione e fare tutto esattamente come deve essere fatto. Com'è che ci si assicura che le Poste eseguano tutto come da manuale? Semplice: con la Raccomandata.
Notate il lato comico?
In Italia, se non sei raccomandato, puoi avere tutta l'urgenza che vuoi. Non arriverai da nessuna parte.

14 gennaio 2011

Il calendario della topa

Sì, ce l'ho ancora con Oliviero Toscani.
"A questo giro cosa ci sarà da lamentarsi?", direte voi.
No, nulla.
E' che appena qualche mese fa il nostro caro Oliviero pontificava - interpellato dai giornalisti - riguardo all'utilizzo di un culo (sì, un culo, e un bel culo, per giunta) per i manifesti della campagna pubblicitaria dell'APT Massa-Carrara. Diceva, Oliviero, che usare immagini di nudo in pubblicità è una cosa antiquata e mediocre e che lui, paladino del buon gusto ma anche genio dell'advertising, avrebbe fatto senz'altro meglio.
Poi, dopo averci deliziati con la campagna di Almo Nature dove ha preso uomini e donne nudi e ha messo loro in faccia maschere da animali (bella bella, eh?) finalmente partorisce il nuovo favoloso e inaspettato colpo di genio:

Il calendario della topa.

Oh yeah. L'amico mammifero ha realizzato il calendario 2011 per il Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale. Le foto sono, beh, tanto ormai la fascia protetta non esiste più: sono immagini di passere in primo piano.
Fine.
Sì, sì, tutto lì.
Geniale no?
E' qui che si vede il vero provocatore, l'audace, l'innovatore.

Bravo.
Anzi, bravone.

Però, come direbbero a Livorno, mattilevidiùlo!

Oliviero peggiora di giorno in giorno...

Vi ricordate la farsa di Nuovo Paesaggio Italiano?

Bene.

L'aggiornamento è che di fatto ancora non hanno prodotto un tubo, a parte quella striscia malamente incollaticcia di fotografie nel piazzale di Petra.

Tra l'altro mi piacerebbe sapere come ha superato i temporali della settimana scorsa (nota: era il 12 Agosto 2010).

Ma Qualcosa si muove. Cosa? Quasi nulla... E' che per semplificare il processo di upload hanno allestito una pagina apposita dove riportano finalmente la licenza, che ora... è lievemente cambiata e per di più è contraddittoria!


La pagina è questa:

www.nuovopaesaggioitaliano.it/register


e potete leggere testualmente che con l'invio uno accetta "il trasferimento, in via non esclusiva, gratuita e per tutta la durata della loro efficacia e validità, di tutti i diritti di utilizzo delle fotografie, mediante qualsiasi mezzo di comunicazione, di conservazione e archiviazione, a qualunque scopo, economico e non, tra i quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, il diritto di pubblicazione, di riproduzione, di modificazione, di trasformazione, di distribuzione, di messa in commercio, di messa a disposizione del pubblico, di catalogazione in data-base anche accessibili al pubblico, di cessione in tutto o in parte a terzi.Dopo l'invio tutto il materiale fotografico entrerà nell'esclusiva e integrale disponibilità di di Oliviero Toscani Studio."

Qualcuno me la spiega?

Il trasferimento dei diritti è in via non esclusiva ma con l'invio tutto il materiale diventa di proprietà esclusiva di Toscani.

Ma insomma, di chi sarebbero queste foto?

Riescono a peggiorare di volta in volta...

La farsa di Nuovo Paesaggio Italiano

Questa simpaticissima iniziativa di Oliviero Toscani sta diventando grottesca.
Se andate a vedere la pagina dedicata al progetto qui su Facebook vi imbatterete in commenti imbarazzanti.
ad esempio, quello di Antonio Menconi, che dice:

"Ho inviato una foto (da anni colleziono gli orridi del paesaggio italico) ma ho ricevuto una liberatoria che è un capestro."

o quello di Rosalba Zucco, che risponde:

"Io ho negato il consenso, quando l'ho letta.
Mi sembrava che fosse il minimo, a fronte dell'assoluta cessione dei diritti, chiedere che almeno venisse garantito il nome dell'autore, ma non ho ricevuto neppure risposta."

la liberatoria, volete leggerla? eccola:

[...] dichiara di accettare le seguenti condizioni


- l’assenza di diritti di terzi sulle fotografie inviate;
- la legittimità dell’acquisizione delle fotografie e l’assenza di violazioni di qualunque diritto di terzi;
- l’assenza di precedenti pubblicazioni delle medesime;
- il trasferimento, in via esclusiva, gratuita e per tutta la durata della loro efficacia e validità, di tutti i diritti di utilizzo delle fotografie, mediante qualsiasi mezzo di comunicazione, di conservazione e archiviazione, a qualunque scopo, economico e non, tra i quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, il diritto di pubblicazione, di riproduzione, di modificazione, di trasformazione, di distribuzione, di messa in commercio, di messa a disposizione del pubblico, di catalogazione in data-base anche accessibili al pubblico, di cessione in tutto o in parte a terzi.


Dopo l’invio tutto il materiale fotografico entrerà nell’esclusiva e integrale disponibilità di oliviero toscani studio.

Non so, a questo punto, quanto sia il caso di pubblicizzare una cosa del genere.
Ma soprattutto, io ho scritto loro per avere maggiori informazioni e non mi hanno mai risposto.

E infine, caro Oliviero, ci spiegheresti per cortesia a cosa diavolo ti serve avere i diritti esclusivi sulle foto con cui ti aiutiamo a farti bello col mondo?

Uno deve regalare le foto e fidarsi.
Ma lo sapete voi cos'ha detto Toscani in un'intervista? Ve lo dico io:

A me capita spesso di fare utilizzare le mie opere agli altri, ma chiedo sempre: "Fatemi vedere come le utilizzate"
(la fonte è questa: http://www.scarichiamoli.org/main.php?page=interviste%2Ftoscani )

Come sarebbe? per LUI vale e per NOI no?

Mi dovrei fidare di uno che ha criticato pubblicamente l'uso del nudo nella campagna pubblicitaria dell'APT Massa-Carrara (fonte: http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2010/06/19/news/poveretti-non-hanno-buon-gusto-2102806) dicendo "Cos'ho fatto di male per commentare questa mediocrità, l'opera di questi poveretti..." e un minuto dopo realizza la campagna per Almo Nature fotografando uomini e donne nudi con delle maschere da cani e gatti.
Quello sì che è gusto.