30 agosto 2011

La macchina bianca

Voi che vi comprate la macchina bianca, voi stolidi esseri subumani, vorrei polverizzarvi. Perché la macchina bianca è orribile, pare un taxi declassato, e come diceva il mi' nonno (mi si racconta) "sembra la macchina del lattaio"; non che ce l'abbia coi lattai, anche perché praticamente sono scomparsi e quei pochi che sono rimasti, la macchina se la comprano di un colore sensato. Oppure, qualora fosse un Mercedes, la macchina bianca è da pappone.
Sappiatelo.
Con coscienza e serena rassegnazione. Tutti si volteranno per cercare con lo sguardo il catenone d'oro al vostro collo, brillante di spocchia sul petto villoso, e il pataccone al polso. Oltre alla mignotta sul sedile del passeggero, ovvio. Per l'amore delle vostre brave mogli, non fatelo. Non umiliatele così.

Ma soprattutto,

io vi odio perché la vostra stramaledetta macchina bianca parcheggiata a bordo strada, o in una piazzola, sembra l'auto della municipale e l'istinto di conservazione fa sì che, anche se si viaggia rispettosamente dentro i limiti, le mani stringano le leve dei freni nel disperato tentativo di inchiodare ed evitare un ipotetico malvagio autovelox che ormai ci ha tanto condizionati da renderci i cani di Pavlov dell'extraurbana. 

Invece passo, a trentacinque all'ora, e vi vedo lì, che pisciate al guard-rail, con la moglie seduta che aspetta e i bimbi dietro a fare casino. Voi pisciate e non mi sentite ma state sicuri: tremende maledizioni azteche si abbatteranno su di voi, ma soprattutto sulla vostra stramaledetta macchina bianca.

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